Nasce in un tempo particolare un "diario in rete".

Tinkunakama, parola in lingua quechua che potrebbe avvicinarsi alle traduzioni: fino a quando ritorneremo ad incontrarci, oppure ancora: fino alla prossima volta.

Un saluto che non pone fine alla relazione, ad un incontro avvenuto, ma spalanca la speranza futura.

Ci rivedremo, per il momento ti porto nel cuore!

sabato 13 marzo 2021

IV DOMENICA DI QUARESIMA 2021

IV domenica di Quaresima 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,14-21

Continua nel brano di questa domenica la riflessione di Giovanni sul duplice tema che abbiamo visto nella domenica precedente: il senso della persona di Gesù e la nostra adesione di fede a lui.

La riflessione sulla persona di Gesù e sul suo mistero inizia con un’immagine: Gesù riprende un episodio dell’epoca del deserto, quando al morso mortale dei serpenti che falcidiava il popolo, Mosè aveva posto rimedio mediante un serpente di bronzo innalzato su un’asta, guardando il quale era possibile ottenere la guarigione.

È dunque ancora l’Antico Testamento a fornire lo strumento di lettura per capire la figura di Gesù. Mediante il ricorso a questa immagine, Giovanni sviluppa una delle sue intuizioni più belle, uno dei motivi più affascinanti di tutto il suo vangelo: la morte di Gesù non è il luogo del buio, dello scandalo da superare, ma è il momento in cui si manifesta la luce che dà vita all’uomo.

Il nucleo della nostra preparazione alla Pasqua è: contemplare il crocifisso come colui dal quale sgorga la vita (Giovanni preferisce parlare di vita, anziché di salvezza). È Gesù stesso che ci attrae a sé, che attare a sé ogni uomo per dargli vita, e lo attrae per quello che il crocifisso rappresenta: egli è una sola cosa con Dio; perciò guardando lui e il suo amore comprendiamo, anzi vediamo chi è Dio: Dio è amore.

La croce del Figlio ci rimanda a Dio stesso, a un Dio che ha tanta passione per l’uomo da donare il suo figlio unico. Noi non riusciamo a trovare le parole adeguate per parlare di un Dio che soffre per l’uomo, ma certo Giovanni ci rimanda a questo insondabile mistero: la passione di Gesù è la passione di Dio.

Veramente la croce non è più avvolta dal buio, ma dalla luce, perché essa è rivelazione dell’Amore: l’amore di Gesù, che è la visibilizzazione dell’amore di Dio. Per questo siamo salvati: non perché Gesù con il suo sangue abbia dato “soddisfazione” all’ira divina causata dal peccato, ma perché Dio si è messo in gioco totalmente per farci conoscere il suo amore e venirci incontro.

Giovanni dice che ci crede nel Figlio innalzato ha la vita (la salvezza), proprio perché conoscere l’amore di Dio è vivere.

La fede o la mancanza di essa coinvolge l’uomo fin nelle radici del suo essere; scegliere le tenebre o la luce non è puramente una questione di comprensione intellettuale del discorso di Gesù, ma implica una trasformazione radicale di ciò che l’uomo ama in profondità. Se si amano le tenebre più della luce, se si ha timore che il vangelo porti a cambiamenti radicali del proprio vivere, non si potrà venire alla fede, perché questa comporta la disponibilità a fare la verità.

 

 

 

Per giovani 

Il volto: l’apparire e l’apparenza

Appunti per un viaggio spirituale

 

 

Per incontrare Gesù tra presente e futuro.

Avere speranza 

 

La paura. Essa ci accompagna da quando si aveva paura del buio, presagio della normalità: è il mondo che fa paura, la vita. È l’impegno che costa stare al mondo a inchiodare dentro timore e sfiducia, ansia. Ed è da quando sei al mondo che qualcuno, a cominciare da tuo madre, ti è accanto per rassicurarti e per aiutarti a capire le regole della vita, per poter placare la tua ansia di piccolo uomo di fronte al complicato e ostile intrigo del mondo.

Sono le cose che non riusciamo a comprendere e a dominare che ci fanno più paura. Così siamo tutti tentati di cercare ed apprezzare solo quelle cose che già conosciamo e che quindi non ci inquietano. Molto spesso sono cose semplici, da non fare tanta fatica. Fatalmente sono sempre le stesse e si ripetono. Per questo finiscono per stancare. E, in genere, sono cose, non persone. È la paura a tenerci lontani da ogni legame che ci induce ad essere incerti e insicuri, troppo poco determinati, sempre in attesa di essere pronti per fare qualche grande passo, e mai abbastanza convinti di esserlo. Quindi costantemente in attesa: in attesa che tutto finisca senza dover decidere mai, senza impegnarsi mai veramente con qualcuno… Ci manca la speranza per vincere il timore. Speranza come atteggiamento costantemente fiducioso dell’esistenza di un bene che si può cogliere.

 

Generosità 

Spesso si sente dire nei discorsi comuni che c’è un limite a essere insultati, imbrogliati, traditi. 

Questo è vero, ma troppo spesso questi discorsi vogliono giustificare la grettezza nei rapporti: non ti do, se non mi dai.

Stiamo allontanando la possibilità di costruire legami generosi e quindi liberi. Che impegno poni nei tuoi rapporti con gli altri? Quanto sei generoso? Dove trovi la fiducia della tua disponibilità?

 

 

 

Pre-adolescenti (I-II-III media) 

 

VIVERE TRA AMICI

 

L’anelito a una vita giusta e in pace, dove non ci sono discriminazioni o prepotenze e offese è ciò che ogni cuore puro avverte con urgenza e passione. La presenza di Dio in noi mantiene vivo questo desiderio di fraternità universale.

 

Dove termina l’arcobaleno deve esserci un luogo, fratello, dove di potrà cantare ogni genere di canzoni, e noi canteremo insieme, fratello, tu ed io, anche se tu sei bianco e io non lo sono, sarà una canzone triste, fratello, perché non sappiamo come fa, ed è difficile da imparare, ma possiamo riuscirci, fratello, tu ed io.

Non esiste una canzone nera.

Non esiste una canzona bianca.

Esiste solo musica, fratello, ed è musica quella che canteremo dove termina l’arcobaleno.

 

R. Rive

 

 

Segui pagina 54-55 del sussidio della quaresima: “ Dico a te alzati”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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