Nasce in un tempo particolare un "diario in rete".

Tinkunakama, parola in lingua quechua che potrebbe avvicinarsi alle traduzioni: fino a quando ritorneremo ad incontrarci, oppure ancora: fino alla prossima volta.

Un saluto che non pone fine alla relazione, ad un incontro avvenuto, ma spalanca la speranza futura.

Ci rivedremo, per il momento ti porto nel cuore!

mercoledì 31 marzo 2021

I PIEDI DI PIETRO

 

Carissimi,

tra le cose forti che oggi stanno emergendo nella coscienza cristiana, c’è il convincimento che i piedi dei poveri sono il traguardo di ogni serio cammino spirituale.

Abbiamo capito un po’ tutti, cioè, quando Gesù si curvò sulle prosaiche estremità dei sui discepoli, più che offrirci il buon esempio dell’umiltà, volle soprattutto farci vedere, attraverso i moduli espressivi del servizio, verso quali basiliche avremmo dovuto ormai indirizzare i nostri pellegrinaggi. Se, però, almeno in teoria, non si fa più fatica ad ammettere nel povero la presenza privilegiata in Dio, stentiamo ancora a capire che i piedi di Pietro sono il primo santuario dinanzi al quale dobbiamo cadere in ginocchio.

#5 PROFUMO DI VITA








Come da fessura

nella notte estrema

filtra senza ferire

una luce

intenerimento

dell’angoscia.

Presenze lievi

come di mistero,

sussurri di vita

nel giardino della tomba vuota,

tra le porte

schiuse del cenacolo,

nel profumo di pesce arrostito

sulle sabbie estasiate

del litorale:

è il Signore.

Perché piangi, Maria?

Non cercarlo

tra cose morte.

Accendi un lume

alla tua finestra

e sia segno nella notte

che è passato di qui,

oggi, il Vivente, il risorto.

  

don Angelo Casati

MERCOLEDI SANTO 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 26,14-25

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».

In un ultimo tentativo di indurre Giuda a ravvedersi, Gesù gli rivela che conosce tutti i passi che ha fatto per tradirlo; ma Giuda non ha l'umiltà di chiedere perdono e consuma il suo tradimento.

MARTEDI SANTO 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

Gesù sta a mensa con i discepoli nella notte in cui dona tutto e stesso. Profondamente commosso, egli annunzia che uno di essi lo tradirà, e al discepolo prediletto ne confida il nome.

lunedì 29 marzo 2021

SETTIMANA SANTA 2021

 Nella Settimana Santa la Chiesa celebra i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita, a cominciare dal suo ingresso messianico in Gerusalemme.

LUNEDI SANTO 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.


La cena di Betania è piena di riferimenti alla morte di Gesù: il richiamo cronologico, la risposta di Gesù a Giuda Iscariota, l'accenno che i discepoli non avrebbero avuto sempre lui con loro mentre i poveri si, il progetto dei sommi sacerdoti di uccidere Gesù. In questo clima di tensione Maria unge e asciuga con i capelli i piedi di Gesù, che la difende dai puritani e avverte che l'atto di lei è un'anticipazione della sua sepoltura.

sabato 27 marzo 2021

DOMENICA DELLE PALME 2021

Domenica delle Palme 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Marco Mc 14,1-15,47

Il vangelo secondo Marco dedica uno spazio amplissimo al dramma della passione; è infatti facile constatare che un terzo del vangelo è dedicato al racconto degli ultimi giorni di Gesù. Ma anche il resto del vangelo è tutto orientato verso questo esito della vicenda di Gesù, per cui è rimasta famosa la definizione secondo cui il vangelo di Marco non è altro che una lunga introduzione al racconto della passione.

SABATO DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. 
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. 
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

"Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui". Cosi farisei confessano di volere la morte di Gesù non per un senso di giustizia, ma solo per odio e gelosia: non possono sopportare che il popolo ascolti Gesù piuttosto che loro stessi. 

venerdì 26 marzo 2021

VENERDI DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre».
Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Riconoscendo Gesù come Messia, i giudei avrebbero dovuto riconoscere e accettare anche il suo insegnamento. Invece lo rifiutano con ostinazione, anzi intendono lapidarlo come bestemmiatore: si era detto apertamente il Figlio di Dio. Tuttavia molti riconoscono nei miracoli compiuti da Gesù la realizzazione delle parole del Battista.

giovedì 25 marzo 2021

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.

Maria credette subito, in totale solitudine. Di Abramo, in una situazione analoga, la Scrittura dice: "Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia". Oh, quanto è più vero, se applichiamo questo giudizio alla Vergine! Maria ebbe fede in Dio e ciò le fu accreditato come giustizia. Il suo fu l'atto più giusto, mai compiuto da creatura sulla terra.


mercoledì 24 marzo 2021

SANT OSCAR ROMERO


«In memoria del vescovo Romero
In nome di Dio vi prego, vi scongiuro, 

vi ordino: non uccidete! 

Soldati, gettate le armi...

 Chi ti ricorda ancora, 

fratello Romero?
Ucciso infinite volte 

dal loro piombo e dal nostro silenzio. 

Ucciso per tutti gli uccisi; 

neppure uomo 

sacerdozio che tutte le vittime 

riassumi e consacri.
Ucciso perché fatto popolo: 

ucciso perché facevi 

cascare le braccia  

ai poveri armati, 

più poveri degli stessi uccisi: 

per questo ancora e sempre ucciso.
Romero, tu sarai sempre ucciso,  

e mai ci sarà un Etiope 

che supplichi qualcuno  

ad avere pietà. 

Non ci sarà un potente, mai, 

che abbia pietà 

di queste turbe, Signore?  

nessuno che non venga ucciso?  

Sarà sempre così, Signore?»

 

 

David Maria Turoldo



 

MERCOLEDI DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,31-42
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Gesù rinfaccia ai giudei di essere schiavi del peccato, di non essere figli di Abramo poiché  non ne fanno le opere, di non aver Dio per padre perché dovrebbero amare anche lui che viene dal Padre. Afferma così che davanti a Dio non conta appartenere a un grande popolo o essere figli di santi. Ognuno vale per la sua fede ed è gradito a Dio solo se le sue opere sono buone e conformi alle sue leggi.

martedì 23 marzo 2021

MARTEDI DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,21-30

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.


I Giudei erano di quaggiù e aspettavano un Messia di quaggiù che li innalzasse a grandezze umane. Perciò non potevano capire Gesù, povero e amico dei poveri, che innalzava gli uomini a grandezze divine.

lunedì 22 marzo 2021

LUNEDI DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».

In occasione della festa delle Capanne, quando si accendevano dei grandi lampioni nel cortile del tempio, Gesù proclama ad alta voce: "Io sono la luce del mondo" (v.12). Egli è veramente la luce del mondo e, quindi, di tutti gli uomini e di tutta la loro vita. Lo splendore del Vangelo deve illuminare non solo la vita individuale, ma anche la vita sociale  in tutti i suoi aspetti.

sabato 20 marzo 2021

V DOMENICA DI QUARESIMA 2021

Servire                                                                           V domenica di Quaresima 2021

 

 

 

 

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,20-33

Il motivo dominante di questo brano viene offerto dalla domanda iniziale dei “Greci”. Questi pagani, simpatizzanti del giudaismo e perciò venuti a Gerusalemme per adorarvi il Dio unico che gli ebrei hanno fatto loro conoscere, presentano la loro richiesta: “Vogliamo vedere Gesù”.

SABATO DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 7,40-53
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: "Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo"?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.


L'ostinata controversia dei farisei sull'identità di Gesù continua, anche se il popolo comincia a essergli favorevole, e addirittura il fariseo Nicodemo lo difende citando la Legge che vieta di "giudicare" un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa". Soltanto la fede può portare a conoscere chi è veramente il Cristo.

SAN GIUSEPPE SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,16.18-21.24
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

L'"annunciazione a Giuseppe" narrata da Matteo ha il suo vertice nella consegna della missione: "Tu lo chiamerai Gesù", cioè secondo l'etimologia del nome " Il Signore salva". Dare il nome al figlio è una funzione tipica del padre ufficiale. Il nome per il semita era il destino e la funzione di una persona nella storia. Giuseppe è, perciò precursore e profeta che annuncia al mondo il destino e la realtà profonda del figlio della sua sposa. Gesù entra nella storia come un uomo comune nascendo  da una donna e facendosi registrare ufficialmente come figlio di Giuseppe, ma in realtà la sua venuta è grande segno di salvezza ed è frutto solo d'un perfetto intervento dello Spirito.

giovedì 18 marzo 2021

GIOVEDI DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 5,31-47

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».


La guarigione operata in giorno di sabato a favore del malato alla piscina Betzatà da occasione ai Giudei di suscitare una violenta polemica contro Gesù, che assume quasi la forma di un processo. Gesù risponde indicando le testimonianze a suo favore: le parole del Battista, le opere che il Padre gli concede di compiere, la Scrittura. Ma i suoi avversari persistono tenacemente nel loro atteggiamento di ostilità

mercoledì 17 marzo 2021

MRCOLEDI DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 5,17-30
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch'io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l'ora - ed è questa - in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso far nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».


Gli avversari di Gesù hanno formulato l'accusa contro di lui: trasgredisce il riposo sabbatico e si fa uguale a Dio. Gesù risponde rivelando la sua unità con il Padre nelle opere che compie ma anche nel giudizio. Riconoscere Gesù come Figlio di Dio era certamente difficile per i giudei; ma avrebbero dovuto tenere conto delle opere che erano segno della sua divinità e rinunziare ai loro ragionamenti umani.

martedì 16 marzo 2021

MARTEDI DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 5,1-16
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua barella e cammina"». Gli domandarono allora: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina?"». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.


Il miracolo compiuto da Gesù in giorno di sabato presso la piscina di Betzatà di Gerusalemme è una guarigione ma anche un giudizio. Il Salvatore vede in questo caso, a differenza di altri, un legame stretto fra l'infermità del malato e il peccato: "Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio".

lunedì 15 marzo 2021

LUNEDI DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 4,43-54
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.


La fede sincera ci fa credere quello che non vediamo, come il funzionario del re credette che Gesù poteva guarire suo figlio senza andare a casa sua. La fede di quest'uomo diventa anche la fede di tutta la sua famiglia.

sabato 13 marzo 2021

IV DOMENICA DI QUARESIMA 2021

IV domenica di Quaresima 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,14-21

Continua nel brano di questa domenica la riflessione di Giovanni sul duplice tema che abbiamo visto nella domenica precedente: il senso della persona di Gesù e la nostra adesione di fede a lui.

La riflessione sulla persona di Gesù e sul suo mistero inizia con un’immagine: Gesù riprende un episodio dell’epoca del deserto, quando al morso mortale dei serpenti che falcidiava il popolo, Mosè aveva posto rimedio mediante un serpente di bronzo innalzato su un’asta, guardando il quale era possibile ottenere la guarigione.

È dunque ancora l’Antico Testamento a fornire lo strumento di lettura per capire la figura di Gesù. Mediante il ricorso a questa immagine, Giovanni sviluppa una delle sue intuizioni più belle, uno dei motivi più affascinanti di tutto il suo vangelo: la morte di Gesù non è il luogo del buio, dello scandalo da superare, ma è il momento in cui si manifesta la luce che dà vita all’uomo.

SABATO DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".
Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

La parabola del pubblicano e del fariseo contrappone due atteggiamenti tipici di preghiera rivolta a Dio. La preghiera umile, che parte dal cuore, come quella del pubblicano, giustifica e santifica; la preghiera del superbo, come quella del fariseo, nutrita dal compiacimento dei propri meriti, rende odiosi a Dio.

VENERDI DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Gesù sollecitato da uno scriba, unifica tutta la legge nell'unico precetto dell'amore verso Dio e verso il prossimo. L'amore a Dio e al prossimo dispone alla fede. Chi pratica sinceramente questo amore, anche se non ha ancora conosciuto il Vangelo, è vicino a Dio ed è da lui gradito nella vita.

giovedì 11 marzo 2021

GIOVEDI DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,14-23
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
I miracoli che Gesù opera davanti alla folla attirano l'ammirazione dei semplici e le ire dei superbi. Questi, per non riconoscere Gesù come inviato di Dio, attribuiscono i miracoli all'intervento del diavolo e chiedono prodigi di loro gusto. Gesù smaschera la loro ipocrisia e invita a scegliere se stare con lui o schierarsi contro di lui.

mercoledì 10 marzo 2021

MERCOLEDI DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».


Gesù si proclama come il nuovo legislatore e proclama una legge superiore a quella mosaica. Il suo Vangelo non può essere accettato in parte o respinto in parte: o si accetta o si respinge in blocco. Chi fa distinzione fra comandamento e comandamento, chi è disposto a seguire una parte del Vangelo ma ne rifiuta un'altra, mostra carenza di amore e cade nell'osservanza servile che non è degna dell'uomo.

MARTEDI DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,21-35
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quel che devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».


Dio, come il padrone della parabola, è sempre pronto a condonarci diecimila talenti, ma a condizione che anche noi condoniamo ai fratelli il debito di cento denari, che essi hanno eventualmente contratto con noi. Il castigo riservato al servo malvagio è minacciato anche a noi, "se non perdoniamo di cuore al nostro fratello".

lunedì 8 marzo 2021

LUNEDI DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA 2021


Dal Vangelo secondo Luca 
Lc 4, 24-30
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Gesù invita i nazareni a riflettere sul fatto che Dio distribuisce i suoi doni a chi mostra di avere un cuore sincero e disponibile, non importa a quale razza appartenga. Naaman, il Siro, e la vedova di Zarepta di Sidone ne sono un bell'esempio. Ma gli ascoltatori di Gesù, invece di accogliere l'invito alla conversione, reagiscono con la violenza.

sabato 6 marzo 2021

III DOMENICA DI QUARESIMA 2021

III domenica di Quaresima 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 2,13-25

Tre brani del vangelo di Giovanni ci accompagneranno d’ora in poi nelle domeniche di quaresima, brani che in modi diversi hanno sempre a che fare con due temi di fondo: il senso della persona di Gesù e la nostra adesione di fede a lui.

Nel brano di questa domenica, Gesù parla di sé in confronto con l’istituzione più sacra d’Israele: il tempio (la discussione attorno al tempio rappresentava un aspetto vivo delle preoccupazioni religiose di Israele). Muovendo dalle continue critiche con cui già i profeti contestavano il culto falso e ipocrita che vi si celebrava, anche al tempo di Gesù molti gruppi avevano forti aspetti sulla validità dei sacrifici che venivano offerti nel tempio, che con Erode avevano raggiunto il livello più alto della sua maestà e bellezze esteriore.

L’episodio comincia con l’accenno alla Pasqua, chiamata però “Pasqua dei Giudei”, che Gesù sale a festeggiare nella città santa.

SABATO DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-3.11-32

In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».



La parabola del figlio prodigo (o meglio, del padre misericordioso) rivela la grandezza dell'amore di Dio verso tutti i suoi figli. Indica anche le tappe del ritorno del figlio alla casa paterna: rientra in se, si alza, invoca il perdono. Il padre accoglie con amore il figlio ingrato che si è allontanato da lui. Così Dio, molto più buono di tutti i padri, accoglie e perdona coloro che si sono allontanati da lui con il peccato e tornano ascoltando i suoi inviti.

venerdì 5 marzo 2021

VENERDI DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,33-43.45
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Sotto forma di parabola Gesù traccia un compendio della storia della salvezza: Dio si è scelto un popolo fra tanti, ha stretto con esso un'alleanza, ha mandato i profeti suoi servi per ammaestrarlo e ammonirlo quando deviava dalla retta via; finalmente manda il proprio Figlio. Ma questo popolo non ascolta, maltratta gli inviati di Dio e giunge anche a ucciderli. Questa parabola è anche per noi un severo ammonimento a non abusare della grazia e della misericordia di Dio.


giovedì 4 marzo 2021

GIOVEDI DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».



Ricchezza e superbia molto spesso induriscono il cuore. Il ricco che banchetta tutti i giorni, nega le briciole al mendicante che muore di fame alla sua porta. Si accorge troppo tardi di essere stato vittima del suo egoismo e di aver colpevolmente trascurato il fratello.


mercoledì 3 marzo 2021

MERCOLEDI DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,17-28
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Gesù annuncia per la terza volta la passione imminente, ma i discepoli mostrano di non aver ancora compreso la logica del regno dei cieli. Giacomo e Giovanni chiedono infatti di occupare i primi posti nel regno di Gesù non solo per ambizione, ma anche per gelosia verso i condiscepoli. Il Signore risponde dicendo che la vera grandezza consiste nel servizio prestato ai fratelli.

martedì 2 marzo 2021

MARTEDI DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati rabbì dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare rabbì, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate padre nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare guide, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».


I farisei, i quali osservano la legge di Dio ma fanno tutto per essere veduti e lodati, non sono graditi a Dio. Il Signore riserva la sua ricompensa a coloro che, per amor suo, compiono il bene nel silenzio e nel nascondimento. L'ipocrisia denunciata da Gesù rimane una forte e subdola tentazione per tutti.

lunedì 1 marzo 2021

LUNEDI DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Il cristiano è chiamato a essere misericordioso come il Padre che è nei cieli, perché in proporzione della misericordia che praticherà verso i fratelli, troverà misericordia davanti a Dio. Questa esortazione di Gesù ci sgomenta, ma anche ci consola e sprona a non risparmiarci nella continua verifica dei nostri atteggiamenti.

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