Attraverso la costituzione liturgica, il Concilio ricorda il "duplice carattere del tempo quaresimale che, soprattutto mediante il ricordo o a preparazione del Battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l'ascolto frequente della parola di Dio e la dedizione alla preghiera, sia posto in maggior evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica".
Due sono dunque gli elementi che hanno caratterizzato questo tempo liturgico a partire dal IV secolo, quando si è strutturato attorno ai quaranta giorni precedenti la Pasqua: la dimensione di preparazione al Battesimo per i catecumeni e quella di penitenza per i peccatori chiamati a conversione.
"Convertitevi e credete al Vangelo!". Insieme alle ceneri questa parola di Gesù è imposta sul capo dei credenti per ricordare ad un tempo l'inizio e il fine del cammino quaresimale. La Quaresima costituisce da sempre per i cristiani il "tempo favorevole", l'occasione propizia per rinnovare il cammino della conversione, del ritorno a Dio, della fede nel Vangelo di Gesù Cristo: si tratta di rifiutare gli idoli seducenti, di tentare un allontanamento dal cattivo operare per giungere alla celebrazione della Pasqua in una rinnovata fedeltà all'unico Signore vivente e vero.
"Convertitevi e credete al Vangelo!". E' quindi sempre tempo di conversione perché sempre, nonostante la vita di fede e il nutrimento sacramentale, gli idoli seducenti allontanano i credenti da Dio, li inducono a dimenticare il Vangelo, a contraddire la volontà di Dio che li vuole liberi da ogni seduzione idolatrica: sempre l'itinerario cristiano ha bisogno di "correzioni di rotta" perché sempre il divisore distoglie dal cammino intrapreso verso la meta della Pasqua eterna.
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