PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA 2021

I domenica di Quaresima 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Marco Mc 1, 12-15

 

La permanenza di Gesù nel deserto con l’accenno alle tentazioni conclude i versetti introduttivi al vangelo di Marco. La brevità della sua descrizione – che diversamente da Matteo e Luca, non si sofferma affatto sul contenuto delle singole tentazioni – lascia trasparire ancor meglio che il loro significato è da cercare nell’intera vita di Gesù: esse sono una dimensione permanente della sua vita e del suo mistero.

Chi è, anzitutto colui che viene condotto nel deserto? Certo è Gesù; ma i tratti con cui Marco ne parla, fanno di Gesù colui che raccoglie le sfide che erano state proposte al popolo nel deserto e ad Adamo. I quaranta giorni alludono senza alcun dubbio alla vicenda del popolo ebraico, mentre altri elementi della narrazione, come le fiere e gli angeli, sono probabilmente un richiamo alla condizione paradisiaca dell’uomo primigenio. Il deserto rappresenta poi un luogo o un tempo dai molti significati, che ultimamente definiscono, non lo si dimentichi, il senso stesso della vita umana. Il deserto (la vita) è in primo luogo il tempo e il luogo dove il popolo è chiamato a lasciarsi condurre da Dio. Tempo e luogo dell’obbedienza, il deserto è necessariamente tempo e luogo della prova, luogo della tentazione. Nel deserto l’uomo è chiamato a prendere coscienza delle molte resistenze che egli oppone a Dio: le difficoltà causate dai molti nemici incontrati nel deserto mettono in evidenza le resistenze più profonde, quelle del cuore. L’esperienza di una vita col Signore e col suo Spirito non è affatto cosa incompatibile con l’esperienza della tentazione. Anzi, tutta la tradizione biblica mostra che la prova avviene soltanto in un contesto di alleanza, dopo l’esperienza della liberazione ottenuta da Dio. Dio non tenta i cananei o gli egiziani, ma mette alla prova il suo popolo che ha ottenuto di poter camminare in libertà dietro a lui che lo guida.

Il deserto è, per il popolo dell’A.T. e per Gesù, anche luogo di contestazione e di spogliazione o di riduzione all’essenziale. Chiamato nel deserto, il popolo deve imparare a contestare uno stile di vita fondato sulla autosufficienza e sulla pretesa di onnipotenza.

Il deserto è anche, e per eccellenza, il tempo e il luogo del provvisorio. Si tratta di un tempo che finisce, perché la meta è la terra promessa; questo aspetto è discretamente rievocato da Marco con l’annotazione dei quaranta giorni. Lì l’uomo impara a ricordarsi della sua condizione di essere “in cammino”.

Ma il deserto non sarebbe compreso nella sua dimensione più profonda, se non fosse pensato e visto come luogo e tempo dell’incontro e dell’intimità con Dio, sognato e rievocato da Gesù e Osea come tempo e esperienza ideali.

 

 

 

Per giovani 

Il volto: l’apparire e l’apparenza

Appunti per un viaggio spirituale

 

 

Perché non vi guardate tutti in viso e non riconoscete in voi la vita dove tutti siamo Fatelo – supplica, me sembra. Fatelo.

Mario Luzzi

Seguire 

 

Delle centinaia di persone che, nella tua ormai già rispettabile vita, hai incontrato qualche volto. Quello di alcune persone senza delle quali non saresti quello che sei. E forse solo ora lo riconosci. Adesso ammetti volentieri un immenso debito nei confronti di chi ha saputo affascinarti e affascinandoti ha trascinato dietro di sé le tue scelte, i tuoi gusti, le tue passioni, le tue abitudini, i tuoi desideri, e persino i tuoi sogni, oltre che la tua stima: la tua imitazione. La tua vita è diventata quello che è, e soprattutto è diventata la tua vita, solo perché hai accettato non solo di imitare nei gesti ma proprio di seguire qualcuno che è apparso nella tua vita con una luce persuasiva. Non si vive che seguendo qualcuno. Nostra madre, anzitutto, maestra e rivelatrice privilegiata di ogni mistero, nostro padre, e via di seguito. La verità di tutto questo è che il futuro che ci attende, invoca la sequela di un volto che va ancora scoperto: di cui si attende l’apparizione. Il volto di qualcuno che tu possa seguire anche nel buio.

 

Umanità 

 

C’è un’umanità da conseguire e da proteggere. Dal tuo essere autenticamente umano dipende ogni altro essere umano, questo legame indissolubile è fastidioso, per questo ce ne dimentichiamo spesso e volentieri. Da chi imparare a essere umano? Conosci la scuola di umanità di Gesù?

 

 

 

Pre-adolescenti (I-II-III media) 

 

VIVERE TRA AMICI

 

Il viaggio è universalmente riconosciuto come una delle figure dell’esistenza. Vivere significa, volenti o nolenti, affrontare una traversata, con le sue insidie e imprevisti, ma altresi con le sue sorprese e soddisfazioni.

Questo valore è espresso nelle diverse religioni nella forma del pellegrinaggio: la vita non è solo un “andare altrove”, ma un raggiungere una meta, meglio raggiungere Qualcuno che non è solo compimento, ma anche origine di ogni esistenza.

 

Sul sentiero della nostra felicità troveremo il sapere per il quale abbiamo scelto questa vita. Così io ho imparato oggi, e decido di lasciarvi ora per percorrere il vostro stesso sentiero.

R. Bach, Illusioni

 

Il viaggio come occasione di imparare e di crescere è quasi uno stereotipo. Eppure mettersi per via significa incontrare, prima di tutto, delle differenze che chiedono di essere comprese: proprio questo è uno degli insegnamenti principali per poter diventare uomini e donne liberi e aperti al futuro.

 

In viaggio per gli Stati partiamo (traverso il mondo, spinti da questi canti facendo vela da qui per ogni terra, per ogni mare) noi vogliamo essere allievi di tutti, maestri di tutti, e di tutti amanti.

W. Whitman 

 

Segui pagina 14-15 del sussidio della quaresima: “ Dico a te alzati”.