II domenica di Quaresima 2021
Dal Vangelo secondo Marco Mc 9,2-10
Anche in questa domenica, come in quella precedente, lo scenario del racconto evangelico è un luogo appartato: non più il deserto, ma la montagna; non più Gesù solo, ma tre discepoli con lui, loro soli, sottolinea Marco. La localizzazione indica un’esperienza particolare, di quelle che segnano radicalmente il cammino di chi ne è destinatario. Rivelando il tesoro di gloria racchiuso nella tribolazione della passione appena annunciata, i discepoli sono invitati a stare con Gesù anche quando di luce non sembrerà essercene più.
La Trasfigurazione è il momento in cui Dio, come nel battesimo, si manifesta come presente nel cammino di Gesù che va verso la morte; l’annotazione dal sapore un po' particolare, quasi ingenuo, che “nessun lavandaio potrebbe rendere così bianche le vesti di Gesù” sottolinea a suo modo l’origine trascendente dello splendore delle vesti di Gesù. Il volto trasfigurato prepara ad accogliere quello sfigurato dell’uomo della croce come il volto sul quale “rifulge la gloria divina”.
La voce dal cielo invita ad ascoltare Gesù. Quella voce che al battesimo era stata rivolta personalmente a Gesù, ora è diretta ai discepoli, perché si mettano decisamente in ascolto di Gesù: non di un Gesù come l’hanno forse immaginato finora, ma di quel Gesù che si è ormai orientato a Gerusalemme e ha chiesto loro di perdere la vita per trovarla.
La narrazione della trasfigurazione comporta l’accostamento di due scene: la visione della gloria sul monte e la discesa a valle. Come i miracoli, anche quella visione sul monte rimane pur sempre un segno, che non può essere capito se non alla fine, quando il disegno è completato. Ossia: nella Pasqua di Gesù, dove si vedrà che la gloria si dà solo nella croce, dove si capirà che la vera nube da cui il Padre parla è la morte ignominiosa del Figlio.
Solo la comprensione del mistero permetterà ai discepoli di essere veramente tali e solo allora sarà realmente possibile la missione, l’annuncio apostolico.
Per giovani
Il volto: l’apparire e l’apparenza
Appunti per un viaggio spirituale
Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo.
Apocalisse 1
Decidersi
È davvero incredibile che ogni volta che si guarda in faccia qualcuno succeda. Che il semplice mostrarsi di un viso veicoli una promessa. Che l’apparire di un volto sia l’apparizione di un sentiero praticabile, la rivelazione di una possibilità. Il possibile futuro dischiuso dal volto di un altro che richiede di essere riconosciuto per quello che è: un’offerta di legame che si propone come il tuo bene. Un bene che per essere attinto e posseduto chiede la decisione in favore di quel legame.
Ogni promessa chiede una decisione; ogni decisione una fede. L’apparire delle cose di questo mondo, del volto degli altri uomini, dei segni e del volto di Dio, è per noi: perché decidiamo cosa fare di noi. Perché noi decidiamo di noi stessi legandoci a qualcuno.
Possibilità
Avverti il peso, nella tua vita, di dover prendere delle decisioni che ti impegnano troppo, che ti chiedono tanto? Credi che sarebbe meglio non dover scegliere per cambiare? Sei capace di vedere la tua esistenza come un insieme di possibilità da verificare e dare compimento? Cos’è che ti rende la scelta così faticosa?
Pre-adolescenti (I-II-III media)
VIVERE TRA AMICI
Riconoscere il valore delle parole è un modo per poter mettere un po' di ordine nelle troppe voci che ogni giorno, volenti o nolenti, ascoltiamo e leggiamo. Siamo capaci di riconoscere una domanda intelligente? Sappiamo farla diventare un nostro tesoro?
“Nel posto da cui vengo ci inchiniamo sempre quando qualcuno fa una domanda acuta”, spiegò, “E più profonda è la domanda, più profondo è l’inchino… Una risposta non merita mai un inchino: per quanto intelligente e giusta ci possa sembrare, non dobbiamo mai inchinarci a una risposta… Una risposta è un tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre”.
J. Gaarder, C’è nessuno?
Le domande non sono semplicemente quelle che si affidano alle parole, alla comunicazione verbale: ce ne sono altre che fatichiamo a esplicitare e che appartengono al mistero della vita. In questi casi, per ascoltarle, c’è bisogno di silenzio e pazienza.
Accadono cose nella vita che sono come domande… passano i giorni, oppure gli anni e la vita risponde.
A. Baricco
Segui pagina34-35 del sussidio della quaresima: “ Dico a te alzati”.
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