Nasce in un tempo particolare un "diario in rete".

Tinkunakama, parola in lingua quechua che potrebbe avvicinarsi alle traduzioni: fino a quando ritorneremo ad incontrarci, oppure ancora: fino alla prossima volta.

Un saluto che non pone fine alla relazione, ad un incontro avvenuto, ma spalanca la speranza futura.

Ci rivedremo, per il momento ti porto nel cuore!

sabato 27 febbraio 2021

II DOMENICA DI QUARESIMA 2021

II domenica di Quaresima 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Marco Mc 9,2-10

Anche in questa domenica, come in quella precedente, lo scenario del racconto evangelico è un luogo appartato: non più il deserto, ma la montagna; non più Gesù solo, ma tre discepoli con lui, loro soli, sottolinea Marco. La localizzazione indica un’esperienza particolare, di quelle che segnano radicalmente il cammino di chi ne è destinatario. Rivelando il tesoro di gloria racchiuso nella tribolazione della passione appena annunciata, i discepoli sono invitati a stare con Gesù anche quando di luce non sembrerà essercene più.

SABATO DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,43-48


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

La pratica della carità evangelica non è facile: amare i nemici, fare del bene a coloro che ci odiano e pregare per coloro che ci perseguitano e ci calunniano, richiede un vero eroismo. E' questo il più meritorio digiuno del cuore, cui ci esorta il tempo di quaresima, perché dalla mortificazione interiore fiorisca lo spirito della risurrezione.

venerdì 26 febbraio 2021

VENERDI DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: Pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!».


Gesù afferma che per far parte della vera e nuova giustizia è necessario trascendere quella degli scribi e farisei. Il comandamento di Dio "non uccidere" viene confermato e interiorizzato attraverso la condanna dell'ira e il dovere della riconciliazione prima di accostarsi all'altare. Il cristiano  uniforma alla legge di Dio la vita esteriore, ma soprattutto i pensieri, sentimenti, desiderio e il suo intimo.

giovedì 25 febbraio 2021

GIOVEDI DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,7-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».


Gesù ci invita a pregare con fiducia e con perseveranza. Se un bambino chiede con semplicità e fiducia suo padre ottiene quello che gli occorre, tanto più otterremo noi che ci rivolgiamo al Padre che è nei cieli, infinitamente più potente e più buono.


martedì 23 febbraio 2021

MARTEDI DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

La prima parola ("padre", "papà"), che doveva sgorgare dal profondo del cuore di Gesù, dà il tono della confidenza alla nostra preghiera. Ogni volta che ci rivolgiamo a Dio dobbiamo ricordare che è il Padre che ci ama ed è felice di esaudirci. In ogni preghiera, condizione prima e fondamentale è la fiducia filiale.

lunedì 22 febbraio 2021

CATTEDRA DI SAN PIETRO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».


Questo brano si regge su tre simboli: la roccia, le chiavi, il "legare-sciogliere". il ministero di Pietro è di "fondamento", di roccia per l'intera costruzione degli eletti di Dio. Le chiavi sono il simbolo del potere in azione sia nel campo amministrativo sia in quello giuridico o di insegnamento. Pietro d'ora innanzi dovrà anche essere il canale attraverso il quale la parola del Cristo e la sua azione salvifica continuano a effondersi nella comunità cristiana. Il legare e sciogliere diventa la concretizzazione del potere delle "chiavi". Gli interventi dell'apostolo sono interpretazioni e attualizzazione nel tempo e negli uomini della volontà salvifica del Cristo. Non è soltanto un'evocazione del potere di perdonare i peccati, ma una più vasta dichiarazione sulla funzione di ammonizione, di esortazione, di formazione e di salvezza che Pietro e la Chiesa devono offrire ai fedeli.

sabato 20 febbraio 2021

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA 2021

I domenica di Quaresima 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Marco Mc 1, 12-15

 

La permanenza di Gesù nel deserto con l’accenno alle tentazioni conclude i versetti introduttivi al vangelo di Marco. La brevità della sua descrizione – che diversamente da Matteo e Luca, non si sofferma affatto sul contenuto delle singole tentazioni – lascia trasparire ancor meglio che il loro significato è da cercare nell’intera vita di Gesù: esse sono una dimensione permanente della sua vita e del suo mistero.

Chi è, anzitutto colui che viene condotto nel deserto? Certo è Gesù; ma i tratti con cui Marco ne parla, fanno di Gesù colui che raccoglie le sfide che erano state proposte al popolo nel deserto e ad Adamo. I quaranta giorni alludono senza alcun dubbio alla vicenda del popolo ebraico, mentre altri elementi della narrazione, come le fiere e gli angeli, sono probabilmente un richiamo alla condizione paradisiaca dell’uomo primigenio. Il deserto rappresenta poi un luogo o un tempo dai molti significati, che ultimamente definiscono, non lo si dimentichi, il senso stesso della vita umana. Il deserto (la vita) è in primo luogo il tempo e il luogo dove il popolo è chiamato a lasciarsi condurre da Dio. Tempo e luogo dell’obbedienza, il deserto è necessariamente tempo e luogo della prova, luogo della tentazione. Nel deserto l’uomo è chiamato a prendere coscienza delle molte resistenze che egli oppone a Dio: le difficoltà causate dai molti nemici incontrati nel deserto mettono in evidenza le resistenze più profonde, quelle del cuore. L’esperienza di una vita col Signore e col suo Spirito non è affatto cosa incompatibile con l’esperienza della tentazione. Anzi, tutta la tradizione biblica mostra che la prova avviene soltanto in un contesto di alleanza, dopo l’esperienza della liberazione ottenuta da Dio. Dio non tenta i cananei o gli egiziani, ma mette alla prova il suo popolo che ha ottenuto di poter camminare in libertà dietro a lui che lo guida.

SABATO DOPO LE CENERI 2021

giovedì 18 febbraio 2021

VENERDI DOPO LE CENERI 2021

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 9,14-15
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».


Il digiuno e tutte le altre manifestazioni esteriori non hanno valore in sé, ma solo se sono segno di rinuncia, distacco dai beni, solidarietà e via di salvezza; diversamente le forme di austerità esteriore non hanno alcun valore presso Dio, perché non vengono dal cuore.



GIOVEDI DOPO LE CENERI 2021

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,22-25
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».


Gesù deve "soffrire molto e venire ucciso" per giungere alla risurrezione. Il cristiano, discepolo di Cristo, non può pensare di seguire un itinerario diverso. Anche lui dovrà portare la sua croce ogni giorno, continuando in sé la passione del Signore.

mercoledì 17 febbraio 2021

QUARESIMA 2MILA21

 Attraverso la costituzione liturgica, il Concilio ricorda il "duplice carattere del tempo quaresimale che, soprattutto mediante il ricordo o a preparazione del Battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l'ascolto frequente della parola di Dio e la dedizione alla preghiera, sia posto in maggior evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica".

MERCOLEDI DELLE CENERI 2021

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.

Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».


All'interno di quella magna carta del cristianesimo che è il discorso della montagna (Mt 5-7) la liturgia odierna ritaglia un piccolo programma di vita quaresimale attorno a tre temi: l'elemosina, la preghiera, il digiuno. C'è un filo comune che unisce questa trilogia di vita cristiana. E' la lotta all'ipocrisia, all'ostentazione, alla ritualità esteriore, soddisfatta e compiaciuta dei suoi atti ma senza incidenza nell'interiorità, nell'impegno esistenziale e sociale. Gesù, invece, introducendo il segreto e l'intimità, libera la religione da ogni dimensione "economica" e affida solo a Dio ogni giudizio e ogni ricompensa. Alla fine di ogni quadretto Gesù, infatti, dichiara: "Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà".

sabato 13 febbraio 2021

VI DOMENICA DEL T.O. 2021

VOLERE                                                         VI domenica del T.O. 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Marco Mc 1, 40-45

La mano di Gesù che tocca il lebbroso e lo risana è il gesto di compassione con cui egli esprime la vicinanza all’umanità sofferente, ed è un atto che ricrea. Nella semplicità del gesto è insita, quindi, almeno una duplice valenza: da una parte, è la potenza creatrice di Dio che si fa presente nei gesti con cui Gesù annuncia il regno; dall’altra, sarebbe già sufficiente a stupire un ascoltatore di quel tempo il solo fatto che Gesù tocchi un lebbroso. È il segno che instaura un mondo nuovo, dove l’inviato di Dio non ha timore a toccare l’uomo immondo.

La malattia della lebbra da sempre è particolarmente odiosa; essa è come una morte, morte fisica e civile perché, oltre alla sofferenza fisica, essa causa anche una penosa separazione dal resto della società.

Il brano odierno non si ferma alla manifestazione di Gesù a favore del malato di lebbra. Leggendo con attenzione le parole di Marco, vi si trova infatti qualche annotazione insolita. Gesù esaudisce la richiesta del lebbroso, ma poi lo tratta in maniera a dir poco sbrigativa; lo 2scaccia” con parole severe (rimbrottandolo, dice letteralmente Marco) e poi gli domanda due cose. Da una parte, lo invita a non parlare dell’accaduto; dall’altra, lo esorta a presentarsi al sacerdote cui spetta, secondo la legge d’Israele, di constatare la guarigione del lebbroso, e questo a “testimonianza per loro”. Quindi: qualcuno deve pur venire a saperlo.

SABATO DELLA V SETTIMANA DEL T.O. 2021

Dal Vangelo secondo Marco 
Mc 8,1-10

 

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».  Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.


La moltiplicazione dei pani evidenzia tutta l'umana compassione di Gesù per la fame della folla; il gesto quindi integra quello della distribuzione della parola di Dio. Esso inoltre rimanda all'istituzione dell'eucarestia, che fonde sacramentalmente i pani e i pesci.

giovedì 4 febbraio 2021

GIOVEDI DELLA IV SETTIMANA T.O. 2021

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.


La missione dei dodici è fondamentalmente caratterizzata dalla povertà, come segno di totale dedizione a Gesù che li manda e al messaggio di predicare (che ha per contenuto la venuta del regno di Dio e la conversione). Solo a questa condizione la responsabilità di un eventuale rifiuto potrà ricadere soltanto su chi non li ascolta.

martedì 2 febbraio 2021

IV DOMENICA DEL T.O. 2021

Guarigione                                                      IV domenica del T.O. 2021

 

 

Dal Vangelo secondo Marco Mc 1, 21-28

Gesù ha incominciato a parlare del regno di Dio senza darne alcuna spiegazione, lasciando aperta l’attesa sul modo con cui intendeva dare corpo a quell’annuncio. Niente farà capire meglio il volto del Dio di Gesù che la narrazione di come lo stesso Gesù entra nel tempo e nello spazio quotidiani degli uomini. Nella successione delle ore, dal mattino alla notte, la giornata di Gesù è racchiusa tra i due luoghi della preghiera, quella pubblica nella sinagoga e quella privata nella solitudine di un sito deserto; essa, poi, si svolge in due spazi tipici

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE 2021

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore -  come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore.

Il simbolismo della luce che domina questa celebrazione è motivato dall'Inno di Simeone che ha al centro questa immagine. Cristo è la luce che non si irradia solo sull'Israele storico ma sull'orizzonte intero dell'umanità. Oltre al motivo della luce nella testimonianza di Simeone s'intrecciano tre temi. Innanzitutto per riconoscere in Gesù il Cristo è necessario il dono dello Spirito. Per Simeone si ripete che "lo Spirito Santo era su di lui" e che, "mosso dallo Spirito, si recò al tempio".
In secondo luogo Simeone scopre in Gesù lo "strumento di salvezza". Cristo è la realtà viva e fatta carne dell'amore salvifico di Dio per tutta l'umanità. Infine lo sguardo profetico di Simeone si proietta sul futuro: Gesù sarà un segno di contraddizione e di divisione. Attorno a questo bambino si giocheranno i destini della libertà umana. Come la spada che penetra in Maria, così egli penetrerà nel mondo: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma la spada".


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