Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,16-19
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Questa grande riflessione di Gesù alle folle, sembra avvicinarsi molto alla nostra società. Corriamo il rischio di non sapere quello e che cosa vogliamo, cosa cerchiamo e cosa stiamo cercando. La fede sta diventando un corollario di "un qualcosa" che non ci appartiene più. Dove stiamo andando, sembra essere l'affermazione riassuntiva di tutto quello che ci circonda.
Non siamo mai contenti di nulla e di nessuno. La smania di potere e del successo, aleggia nelle nostre vite ... e poi? Che ne sarà di noi?
Gesù ci riporta alla quotidiana realtà, alla concretezza più vera. Testa rivolta al cielo, ma piedi ben piantati sulla terra.
Donaci Signore occhi nuovi, capaci di leggere le suggestioni del mondo!
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