Scintille
Il tempo e quel che accade. Gli incontri e i destini che mutano per sempre. Ho atteso anche io in una piazza battuta dal vento qualcuno che non vedevo da anni. E negli attimi in cui vagavo con lo sguardo, cercando di indovinare da quale strada sarebbe sbucato quel volto che ricordavo attraverso da una malinconia indefinibile, riemergevano i desideri, gli slanci, le aperture improvvise. I viaggi intrapresi insieme. Le notti ampie come maree. L’ebbrezza di scoprire in un’altra persona quel che non credevo si potesse trovare. Quando ci eravamo incontrati per la prima volta? Quando aveva inizio ogni cosa?
Accade a ciascuno di noi, prima o poi, di imbattersi nell’istante vertiginoso in cui una persona irrompe nella nostra quotidianità e ne muta l’assetto. C’è sempre qualcuno a cui ci avviciniamo, che ci tocca, ci illumina, ci piega e ci risolve. Che definisce e segna il nostro destino. Che dà forma a quel che siamo. Può essere una persona che incontriamo per caso o che è cresciuta al nostro fianco, nella cerchia ristretta della famiglia. Una persona vagheggiata a lungo, qualcuno che ci ha regalato un sorriso e poi è svanito. Oppure che è rimasto vicino a noi in modi che non credevamo possibili.
Il tempo. Quel che accade. Gli incontri. I nostri destini. In quella piazza battuta dal vento mi ero presentato con ampio anticipo. Volevo essere io a vederla per primo. Ci tenevo a riconoscerla mentre si faceva avanti attraverso la gente.
Nella tua vita, hai incontrato persone per cui è valsa la pena di aspettare svegli?
Quali sono le persone che sanno accendere in te il desiderio di cambiare e di fare meglio?
“Vegliate, perché non sapete quando è il momento”: che cosa pensi di queste parole del Vangelo?
La ricerca della tua fede è capace di svegliarti o ti porta ad assopirti?
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 13,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Insiste, il Signore, perché sa che il sonno dell’anima e l’affievolirsi della speranza sono demoni che possono spegnere la vita di una persona. Anche della migliore. Ed è proprio quello che ci può capitare: rassegnarci a questo mondo, alla nostra incoerenza, all’apparente irresolutezza degli eventi. Viviamo sì, ma senza emozioni, se non quelle di plastica che ci vendono a caro prezzo. Allora mettiamo i piedi uno dopo l’altro, incastrati dentro alla folla ma senza sapere veramente dove stiamo andando.
La parabola è di immediata comprensione: il padrone di casa, il Signore Gesù, è assente ma tornerà nella gloria. In questo tempo di mezzo, fra la storia e la gloria, affida a noi, suoi servi, il compito di vigilare, di costruire brandelli di Regno, di annunciare la sua venuta.
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