« Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elìa si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Fermarsi alla presenza del Signore vuol dire CERCARE IL SIGNORE, riconoscere la sua presenza una volta incontrato.
La certezza che portiamo dentro è quella di aver trovato il Signore una volta per tutte, ma non è così!
Non basta questo!
Continuamente dobbiamo sforzarci di affinare la nostra ricerca nelle piccole cose di tutti i giorni.
Elia c'insegna che il Signore non lo si può incontrare nelle grandi cose, maestosi eventi, ma nel SUSSURRO DI UNA BREZZA LEGGERA.
Abbandoniamo la grandiosità umana, per apprezzare la delicatezza e dolcezza divina.
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