cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!
A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.
COMMENTO A CURA DEL BIBLISTA MARCO FORIN.
«Se mi amate osserverete i miei comandamenti» (Gv 14,15).
Quando nella Bibbia si parla di comandamenti, si intende la Legge che Dio consegna a Mosè e alpopolo d’Israele durante l’esodo. Attraverso l’osservanza dei singoli precetti, si venivano a creare le condizioni per cui il popolo – o il singolo individuo – avrebbero goduto della benedizione di Dio:
«Beato l’uomo che […] si compiace della legge del Signore». (Sal 1,1-2). Con queste parole si apre il libro dei Salmi che celebra la bontà del rispetto dei comandamenti di Dio. La proposta di Gesù circa i comandamenti supera di gran lunga l’accezione comune dell’epoca. Come prima novità egli pone se stesso come origine. Dice infatti: «se osservate i miei comandamenti». Gesù non fa riferimento alla Legge di Mosé ma parla di suoi comandamenti, cioè comandamenti che hanno origine da lui stesso. A che comandamenti si riferisce? Dice Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». (Gv 14,23). Dunque osservare i comandamenti di Gesù e osservare la sua parola, sostanzialmente coincidono.
Nella vita di ogni uomo la parola è uno degli elementi fondamentali. Attraverso le parole l’uomo si mette in relazione reciproca con il suo simile, comunica, interpreta la realtà. La potenza della parola è un dato di fatto: con un comando vocale posso far sì che qualcosa avvenga, con una parola d’amore posso sollevare un’esistenza sofferente, con una parola d’odio ferire indelebilmente. Nel libro della Genesi leggiamo che Dio crea l’uomo a sua «immagine e somiglianza» (Gen 1,26) e comprendiamo subito che non si tratta di una somiglianza fisica bensì si intende descrivere attraverso l’immagine un concetto preciso: l’uomo e Dio possono comunicare, possono parlare tra di loro perché “si somigliano”. Gesù, verbo eterno del Padre, si rivolge a noi con la sua parola e con la sua parola si mette in comunicazione con l’uomo.
Gesù porta a compimento il progetto iniziale di comunicazione tra Dio e l’uomo nella sua stessa persona: egli è la stessa Parola di Dio fattasi uomo per parlare agli uomini.
Nonostante il discorso un po’ complicato, la conseguenza definitiva per l’umanità è semplice: in Gesù risiede la stessa Parola di Dio e attraverso di lui ogni uomo può invocare la presenza di Dio tra noi. La promessa che egli fa ai suoi discepoli rimane anche oggi: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre». (Gv 14,16).
Grazie Gesù ci comunica la parola del Padre e ci dona lo Spirito Consolatore per continuare a fare il bene
RispondiElimina