Nasce in un tempo particolare un "diario in rete".

Tinkunakama, parola in lingua quechua che potrebbe avvicinarsi alle traduzioni: fino a quando ritorneremo ad incontrarci, oppure ancora: fino alla prossima volta.

Un saluto che non pone fine alla relazione, ad un incontro avvenuto, ma spalanca la speranza futura.

Ci rivedremo, per il momento ti porto nel cuore!

domenica 31 maggio 2020

PENTECOSTE

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'an
ima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna

sabato 30 maggio 2020

SABATO DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA



Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.


Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi».


Seguire Gesù non facile! Non è un sentimento il RISORTO! Gesù è una persona viva nelle nostre vite.
Paolo ci dona la sua testimonianza pur stando in casa per due anni, e la risposta del timido Pietro nel vangelo, segue la stessa linea della sequela.

Signore aumenta la nostra fede in TE!

venerdì 29 maggio 2020

VENERDI DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?».

La domanda fondamentale di Gesù rivolta a Simone ci aiuta nella riflessione attorno alla nostra fede nel Risorto.
Gesù chiede un AMORE che va ben oltre le aspettative della timida e confusa risposta di Simone. L'abbozzo impacciato dell'apostolo mescola l'affetto, l'attenzione e la passione, ma tralascia qualcosa ...
Pietro, che viene chiamato col suo nome originario per ricordare da dove viene, risponde prontamente, ma non capisce in pienezza quello che il suo Signore sta chiedendo.

Le nostre risposte al Risorto sono sempre così: grandi slanci d'entusiasmo, che poi si spengono poco dopo. 
Aiutaci Signore a vivere della Tua Fede e coerenza per il Regno di Dio.

giovedì 28 maggio 2020

GIOVEDI DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA



«Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti».


E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro.


San Paolo nella prima lettura, ci presenta la SPERANZA che si chiama Gesù Cristo, morto e risorto dai morti. La sua TESTIMONIANZA non è improvvisata, ma si fonda sulla sua esperienza e sulla sua formazione.
Lo stesso AMORE testimoniato da Gesù nel Vangelo e trasmesso a tutti noi.

mercoledì 27 maggio 2020

MERCOLEDI DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.

L'esperienza di San Paolo ci aiuta ancora una volta a far emergere l'amicizia, quella bella, vera e sana che ci aiuta a crescere.

L'amicizia è un dono che va coltivato nel tempo, innaffiato e concimato ... poi il tempo che è del Signore farà crescere.


martedì 26 maggio 2020

MARTEDI DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA




Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. 




Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte. 

lunedì 25 maggio 2020

LUNEDI DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

Adesso credete?


Questa domanda risuona forte nella nostra vita ogni volta che apriamo il nostro cuore alla misericordia del Signore.
Probabilmente siamo ancora troppo acerbi per comprendere il dono che ogni giorno ci viene fatto: VIVERE DI LUI.

Ci sperimentiamo nel mondo in ogni angolo della conoscenza, ma fatichiamo ancora ad assaporare l'amore gratuito che viene da Lui.

SIGNORE AUMENTA LA NOSTRA FEDE! 

ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE



Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

sabato 23 maggio 2020

GIOVANNI FALCONE


SABATO DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA



Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra. 

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. 

I capi dei popoli si sono raccolti
come il popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra;
egli è eccelso.

venerdì 22 maggio 2020

VENERDI DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

«Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso».


Dopo la difficile e faticosa esperienza di Paolo all'areopago di Atene, dove incontrò solamente tanta indifferenza e noncuranza da parte dei suoi ascoltatori, lo ritroviamo a Corinto.
Il Signore che gli appare in sogno lo sostiene nella sua opera evangelizzatrice. NON AVER PAURA, PERCHE' IO SONO CON TE!
Sono le Parole fatte opera nell'apostolo delle genti. San Paolo non si fermerà davanti a niente e nessuno. 

Continuiamo a sentire vivo nella nostra vita la continua presenza del Risorto! 

giovedì 21 maggio 2020

GIOVEDI DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. 

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! 



Il Signore ha rivelato la sua giustizia.

mercoledì 20 maggio 2020

MERCOLEDI DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un'altra volta».

Paolo giunto ad Atene, pieno di zelo per testimoniare il Risorto s'incontra e si scontra con questa risposta uscita dalla bocca degli ateniesi.

Spesso capita anche a noi dopo 2000 anni di sentirci trattati in questo modo. 
La nostra proposta di fede NON INTERESSA, genera  solamente INDIFFERENZA.
L'esempio di Paolo però, ci sospinge a continuare nella nostra fede e nell'opera evangelizzatrice di Dio.
Non lasciamoci sconfortare dalle male lingue che ci circondano, ma forti nella fede, sorretti dalla speranza e animati dalla carità, continuiamo il cammino che ci conduce al Padre.

martedì 19 maggio 2020

MARTEDI DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. 

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. 

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. 

lunedì 18 maggio 2020

LUNEDI DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA



Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion. 

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca.
Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.




«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto».

domenica 17 maggio 2020

VI DOMENICA DI PASQUA


Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode. 

Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!
A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome». 

Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno. 

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. 




COMMENTO A CURA DEL BIBLISTA MARCO FORIN.

«Se mi amate osserverete i miei comandamenti» (Gv 14,15).
Quando nella Bibbia si parla di comandamenti, si intende la Legge che Dio consegna a Mosè e alpopolo d’Israele durante l’esodo. Attraverso l’osservanza dei singoli precetti, si venivano a creare le condizioni per cui il popolo – o il singolo individuo – avrebbero goduto della benedizione di Dio:
«Beato l’uomo che […] si compiace della legge del Signore». (Sal 1,1-2). Con queste parole si apre il libro dei Salmi che celebra la bontà del rispetto dei comandamenti di Dio. La proposta di Gesù circa i comandamenti supera di gran lunga l’accezione comune dell’epoca. Come prima novità egli pone se stesso come origine. Dice infatti: «se osservate i miei comandamenti». Gesù non fa riferimento alla Legge di Mosé ma parla di suoi comandamenti, cioè comandamenti che hanno origine da lui stesso. A che comandamenti si riferisce? Dice Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». (Gv 14,23). Dunque osservare i comandamenti di Gesù e osservare la sua parola, sostanzialmente coincidono. 

Soffermiamoci ora sul concetto di “parola”.
Nella vita di ogni uomo la parola è uno degli elementi fondamentali. Attraverso le parole l’uomo si mette in relazione reciproca con il suo simile, comunica, interpreta la realtà. La potenza della parola è un dato di fatto: con un comando vocale posso far sì che qualcosa avvenga, con una parola d’amore posso sollevare un’esistenza sofferente, con una parola d’odio ferire indelebilmente. Nel libro della Genesi leggiamo che Dio crea l’uomo a sua «immagine e somiglianza» (Gen 1,26) e comprendiamo subito che non si tratta di una somiglianza fisica bensì si intende descrivere attraverso l’immagine un concetto preciso: l’uomo e Dio possono comunicare, possono parlare tra di loro perché “si somigliano”. Gesù, verbo eterno del Padre, si rivolge a noi con la sua parola e con la sua parola si mette in comunicazione con l’uomo. 
Gesù porta a compimento il progetto iniziale di comunicazione tra Dio e l’uomo nella sua stessa persona: egli è la stessa Parola di Dio fattasi uomo per parlare agli uomini.
Nonostante il discorso un po’ complicato, la conseguenza definitiva per l’umanità è semplice: in Gesù risiede la stessa Parola di Dio e attraverso di lui ogni uomo può invocare la presenza di Dio tra noi. La promessa che egli fa ai suoi discepoli rimane anche oggi: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre». (Gv 14,16).

sabato 16 maggio 2020

Una nuova primavera

SABATO DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.

Il viaggio di Paolo continua, e nel suo camminare incontra gente nuova. Un incontro speciale con Timoteo.
I due passano di villaggio in villaggio, città in città, regione in regione.
La loro TESTIMONIANZA entra nella vita e nel cuore delle persone, al punto tale che: Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.

Fortificarsi e aumentare di giorno in giorno nella fede del RISORTO. Questo è fondamentale, unico e irripetibile, ESSENZIALE.

Il vangelo di oggi è ricco di SPERANZA! Spesse volte ci abbattiamo, ci preoccupiamo di come e cosa sarà. Gesù ci regala una parola confortante e consolatrice. 
La fatica del testimoniare fa parte della nostra fede, è dentro ogni nostra vita. La negazione, l'indifferenza che ha sperimentato Lui, è solo una piccola cosa che compete a noi.
Gioiosi di essere suoi figli!

venerdì 15 maggio 2020

VENERDI DELLA V SETTIMANA DI PASQUA



Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

L'affermazione di Gesù in questo caso, non è solo un invito, un suggerimento, ma assume il carattere di un comandamento. Una regola nuova da seguire per vivere nel Suo nome.
Amare non è da tutti, ma lo è per tutti. Spesse volte facciamo i conti con la fatica di amare. Paradossalmente è più facile faticare ad amare, che amare col cuore libero e puro.

Gesù, ancora una volta ci sprona nella continua ricerca dell'unità, dell'unione, della costruzione della comunità.

giovedì 14 maggio 2020

GIOVEDI DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».


Nella festa di san Mattia, l'apostolo "scelto"  per continuare il mandato degli apostoli ci troviamo di fronte alla parola di Gesù che testimonia il gesto più alto: AMARE!
Amarsi, come Lui ci ha amati, non come ci pare e piace. L'esempio da seguire e imitare è il Risorto stesso.

L'avvento di Mattia nel gruppo dei dodici, crea una nuova comunità. Ognuno di noi regala sempre qualcosa di nuovo quando si immette in una realtà.
Sia anche per noi e per le nostre comunità una ripresa dal risveglio dell'inverno, dove possa sbocciare una nuova primavera.

mercoledì 13 maggio 2020

MERCOLEDI DELLA V SETTIMANA DI PASQUA



Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano.


Il Salmo che la liturgia ci regala oggi, muove gambe e cuore.
Alla vigilia della ripresa delle celebrazioni dell'Eucarestia con i fedeli riuniti nelle nostre chiese, ci sentiamo spronati a rientrare in luoghi e spazi abitualmente vissuti.

Il ritornello al Salmo ripete: Andremo con gioia alla casa del Signore.
Il nostro tornare alle celebrazioni liturgiche sia davvero un assaporare l'INCONTRO col Risorto. Sia un momento desiderato e ancor più, vissuto con entusiasmo. Non sia solamente un ripetere azioni di un tempo, perché quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo deve insegnarci qualcosa.
La gioia di cui parla il Salmo dev'essere accompagnata dal buon senso di tutti, per il bene della salute di tutti!

L'esempio della vite e i tralci, utilizzata da Gesù nel Vangelo, ancora una volta ci aiuta a riassaporare il gusto dell'UNITA', dell'UNIONE.
Rimanere in Lui come i tralci legati alla vite, ma soprattutto, nutrirsi della linfa vitale che ci sospinge giorno dopo giorno lungo i sentieri della vita.

Facciamo vivere in noi le parole di Gesù, per ripartire gioiosi e carichi dei molti frutti che il Signore ci regala quotidianamente.

Maria di Fatima ci accompagni in questo giorno di cui facciamo memoria!

martedì 12 maggio 2020

MARTEDI DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e sempre.


Un'espressione di gioia, in un tempo colmo d'incertezze. L'insegnamento che il Salmo ci regala è la LODE al Signore che nasce dal cuore ed esce dalla nostra bocca.

Una lode unita al dono della PACE che ritroviamo nel Vangelo di oggi. Gesù si manifesta ai suoi regalando la pace.
Una pace che sconfina, una pace che è presenza, perché è Lui stesso la Pace.

Stiamo vivendo giorni non facili da intuire, le paure, i pensieri e i dubbi su quello che sarà ci riempiono la testa e il cuore.
Continuiamo a confidare in Lui che mai ci ha lasciati soli!

lunedì 11 maggio 2020

LUNEDI DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Prendere dimora!
Gesù utilizza questo termine molto caro e prezioso alla vita dei suoi. Sinonimo anche di abitare, o comunque costruire qualcosa di nuovo e bello.
Le parole poi che seguono rendono la Sua Parola ancora più viva ed efficace: sono ancora presso di voi. Questa costante compagnia di Gesù in ogni attimo della nostra vita ci rende ancor più credenti.
Infine la promessa dello Spirito, grande dono del Risorto è la riconferma che rinati dalla sua Pasqua, continueremo a vivere in Lui.

domenica 10 maggio 2020

V DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».


La decisione presa dai Dodici, narrata nel libro degli Atti degli Apostoli che ci regala oggi la prima lettura ci fa ben sperare.
Si sentono "voci" di possibili riaperture nella società civile e anche nella comunità religiosa.
Il monito degli Apostoli è appunto quello di non perdere il loro specifico mandato, ma accompagnarlo.
Il libro degli Atti, narra la fondazione e gli sviluppi delle prime comunità cristiane. I pensieri e i problemi di un tempo, non sono poi così differenti da quelli che viviamo anche noi oggi.
La COMUNITA'! Questo termine, usato e alle volte abusato, richiama alla responsabilità di ogni singola persona, per usare un linguaggio caro alla nostra fede, potremmo dire: la responsabilità di ogni singolo credente.

In un tempo di "ripartenza", sentirsi parte attiva di una comunità è fondamentale. Il tempo del pensare: "tanto lo farà qualcun altro" è passato. Oggi più che mai dobbiamo sentirci UNITI attorno al Risorto, e da Lui ritornare a percorrere le strade della nostra vita.
La parola comunità riempie il cuore e spesse volte anche la bocca, ma non basta: è il momento di sentirsi DAVVERO fratelli e sorelle, è il momento di sperimentare la comunità-FAMIGLIA.
Sicuramente nell'organizzazione della famiglia, ognuno ha il suo compito, e non è assolutamente questione di ruolo, ma di SERVIZIO.
Gli APOSTOLI, per non perdere l'ANNUNCIO scelgono sette uomini per l'assistenza quotidiana. Questo non vuol dire che i Dodici non si occupavano di tante altre questioni, ma è responsabilizzare ALTRI!

Io sono la via, la verità e la vita.

L'affermazione di Gesù a Tommaso, è un qualcosa di lapidario, non lascia ombra di dubbio nei cuori ancora increduli degli Apostoli.
SEGUIRE Lui è trovare riparo, ristoro e conforto anche nei momenti più tristi e oscuri della vita.

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me.

In questo inizio di settimana, cerchiamo di riconsegnare al Risorto il dono della nostra vita con un gesto di profonda gratitudine.

Oggi è anche la "Festa della mamma!".
Auguri a tutte le mamme del mondo, e che Maria nostra Madre, protegga e vegli sulle tante donne che si prendono cura dei loro figli!

sabato 9 maggio 2020

SABATO DELLA IV SETTIMANA

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele. 

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! 




Gridate, esultate, cantate inni! 

venerdì 8 maggio 2020

VENERDI DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.


Le parole iniziali di Gesù del Vangelo di oggi regalano una speranza che va ben oltre le speranze puramente umane.
Avere fede in Gesù è avere nel regno di Dio che è già presente in mezzo a noi e ci accompagna in ogni nostra giornata.
Signore aumenta la nostra fede!

giovedì 7 maggio 2020

GIOVEDI DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.

Servo e inviato, padrone e mandatario, sono quattro tipi di persone totalmente differenti tra loro.
Gesù che entra nella nostra vita, si mette a servire l'umanità debole e bisognosa dell'amore di Dio. 
Gesù, l'inviato del Padre, ci regala la promessa del Regno eterno.

Mettere in pratica i suggerimenti del Signore vuole dire vivere della sua dolce compagnia, assaporare la tenerezza e vivere della sua gioia.

mercoledì 6 maggio 2020

MERCOLEDI DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

O Dio, vita dei tuoi fedeli, gloria degli umili,
beatitudine dei giusti, ascolta la preghiera
del tuo popolo, e sazia con l'abbondanza
dei tuoi doni la sete di coloro
che sperano nelle tue promesse.


L'orazione colletta della Messa di oggi è illuminante: ascolta la preghiera del tuo popolo e sazia con l'abbondanza dei tuoi doni la sete di coloro che sperano in te!
Questa preghiera riassume quello che abbiamo visto nella prima lettura, cioè l'inizio della testimonianza del Risorto per bocca di Saulo e Barnaba.
In questi giorni Signore, sei stato per noi rifugio di tanti nostri dubbi, pensieri. Abbiamo messo nelle tue mani la vita delle persone che portiamo nel cuore; ci siamo affidati alla tua intercessione per le amiche e amici che ancora soffrono ... insomma, sei stato molto presente in noi, o per dirla tutta, noi ci siamo riavvicinati a Te.
Continua la tua opera in noi che ancora abbiamo sete della Tua Parola, che ancora continuiamo a sperare e credere in te.
Donaci la gioia delle cose semplici, piccole, nascoste, ma grandi per il Regno di Dio.

martedì 5 maggio 2020

MARTEDI DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

«Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».


La domanda dei Giudei rivolta a Gesù, chiede dei chiarimenti, vuole una sicurezza, cerca delle basi fondate.
Gesù ancora una volta risponde prontamente, ma sembra che la sua voce non risuoni nei cuori degli ascoltatori, non interessa, è parola dura da accettare.

Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore.

Per riconoscere il Cristo, non serve solamente la sua carta d'identità, ma è obbligo credere, quindi fidarsi di Lui.
Essere parte del suo gregge è ascoltare la sua voce che chiama ciascuno per nome. 
Una voce amica ascoltata un giorno, magari in un particolare momento della nostra vita ... una parola che ha sconvolto e ribaltato i nostri umani piani ...
Ma non basta ascoltare una volta per tutte, ci si deve sforzare di vivere di quella chiamata, e fondare il nostro futuro su di essa.

lunedì 4 maggio 2020

TECNOSCIENZE, UMANITA', RESPONSABILITA' MONDIALE

Tecnoscienze, umanità solidale, responsabilità mondiale 
Non basta la conoscenza, la presunta “verità” dei numeri e della conoscenza scientifica …. Abbiamo soprattutto bisogno di umanità! È soprattutto questa che abbiamo visto negli occhi e nella volontà di medici, infermieri, volontari, sacerdoti, gente comune, persone anonime … ma capaci di presenza concreta e senza ricerca
Stiamo attenti al giorno dopo
in agguato dietro l'angolo c'è
l'autoritarismo illiberale

Intervista a Daniel Innerarity 
(L’Eco di Bergamo 3 maggio 2020)

Daniel Innerarity «Il più colpito ideologicamente sarà il populismo, perché la crisi ha rivalutato le conoscenze specialistiche, le istituzioni (compresi i partiti) e la comunità globale». «Niente ci assicura che si impari dalle crisi: potrebbe accadere che un mondo sia finito e che continuiamo a pensarci con categorie di un'altra epoca, gestendolo come se nulla fosse successo».

Quando aveva 44 anni la prestigiosa rivista francese «Le Nouvel Observateur» lo incluse in una lista dei 25 grandi pensatori del mondo. Daniel Innerarity è uno dei più intriganti filosofi della politica del Vecchio Continente, il suo sguardo

LUNEDI DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

Il vangelo di oggi ci regala immagini molto care al nostro cuore: la porta, il gregge e il pastore.
Antagonisti sono il ladro e il brigante che non entrano dalla porta, perché il loro scopo è ben altro.
Entrare e uscire, quindi passare da un luogo ad un altro, cambiare spazio e tempo per vivere. L'essere chiamati per nome, perché il guardiano come dice il vangelo, chiama ciascuno per nome.
Conoscere i nomi, è volere entrare in comunione con l'altro, è scoprire nelle vene della storia una vita.
I nostri nomi, sono identificativi della persona, ma dietro e dentro quel complesso di carne-ossa, emozioni, tristezze e gioie, vive l'uomo.
Seguire una sola voce, nel nostro mondo in continuo cambiamento, diventa impresa ardua e difficile. Tempestati da ogni lato da "voci", per lo più disorientanti, ci troviamo senza bussola in mare aperto.

Le immagine della porta e del pastore che Gesù si attribuisce a se, sono indizi per purificare in libertà le nostre vite.
Con oggi inizia per la nostra cara Italia, una nuova fase, chiamata appunto "fase 2". Qualcuno di noi ha rispolverato sicuramente la fede nei giorni scorsi, quando sembrava che il mondo ci cadesse addosso.
Abbiamo fatto fatica a restare nelle nostre case, a mantenere la giusta distanza fisica ... non gettiamo alle spalle tutto questo! La fede nel Risorto che abbiamo riscoperto è paragonabile allo stare in casa, quindi continuiamo ad abbandonarci al Signore consegnando a Lui la nostra vita, e allo stesso tempo, non vanifichiamo gli sforzi della distanza sociale.

Sarebbe sterile gettar via la riscoperta che abbiamo avuto del Risorto e uscire senza un vero motivo dalle nostre case.
Che la nostra riposta alla voce-chiamata del Signore sia e continui ad essere coraggiosa!

domenica 3 maggio 2020

IV DOMENICA DI PASQUA





Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. 

Rinfranca l'anima mia.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. 

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. 

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. 





COMMENTO

Sussidio CEI




La IV Domenica di Pasqua – in tutti e tre i cicli dell’anno liturgico – è dedicata al Buon Pastore. Nei versetti del cap. 10 di Giovanni, proposti quest’anno, Gesù in realtà si paragona anzitutto alla «porta» delle pecore, ma l’immagine del pastore è presente, contrapposta all’estraneo, ladro e brigante. Il contesto è di controversia, con i farisei che avevano contestato a Gesù il miracolo verso il cieco nato (cap. 9): sono loro, quindi, i pastori non buoni, che non vanno seguiti. In ciò, Gesù riprende una lunga tradizione biblica, di accusa verso i falsi pastori che abbandonano il gregge (si pensi alle invettive dei profeti Ezechiele o Zaccaria). Ma Dio – dice la Scrittura – non abbandonerà mai le sue pecore: e anche Gesù parla di un pastore che conosce le pecore per nome, che le guida, e di cui esse conoscono la voce; e di una porta sicura, che reca con sé salvezza e vita.


Si tratta forse di immagini un po’ strane al giorno d’oggi (in verità, il Vangelo afferma che neanche i farisei capirono quelle parole!), ma la promessa che esse con- tengono mantiene tutta la sua forza: Dio si prende cura del suo popolo e lo fa in modo incondizionato (come ricorda Lc 15, va in cerca anche della pecora smarrita). Agisce per amore, non come l’estraneo, il ladro o il brigante, che ha sempre un secondo fine. C’è molta tenerezza nell’immagine del pastore che chiama ciascuna pecora per nome, le conduce fuori, cammina davanti ad esse. E le pecore sanno chi seguire, dice Gesù.


Sono molte le voci che ascoltiamo ogni giorno, e in questi tempi difficili ancora di più. Gli esperti, gli scienziati, i politici, i vari influencer di turno. Il Vangelo ci ricorda l’importanza di discernere, di saper distinguere, tra le voci, quella autentica. Non è facile, certo. Ma il tempo di quarantena prolungata che stiamo vivendo può essere un’occasione buona per sperimentare quella solitudine buona, in cui il Signore si può rivelare; quel silenzio, in cui la voce di Dio può risuonare. Ed è occasione per ascoltare le voci dei nostri pastori, dal Papa ai vescovi ai tanti sacerdoti che con umiltà e creatività stanno cercando di accompagnare questi giorni difficili (pensiamo ai grandi gesti di Francesco in Quaresima).


«Io sono venuto perché abbiano la vita... in abbondanza», conclude Gesù. Noi tutti abbiamo bisogno di vita e cerchiamo, sempre, ciò che conduce alla vita. Non perdiamo l’opportunità di raffinare la capacità del nostro cuore di cogliere dov’è la vita vera e abbondante. La pandemia sia occasione per liberarci dalle false certezze e rimanere saldi là dove possiamo trovare forza e ristoro. Nessuna circostanza può impedire al Signore di donare pascolo, e vita. A noi è chiesto di seguire, sapendo che la via è aperta e la porta è sicura. Cosa ci può rendere liberi, in fondo, se non questa amorevole relazione di dipendenza dal Signore? L’illusione di essere gli unici padroni della nostra vita ha subito un duro colpo, a causa del virus... non corriamo il rischio di tornare indietro, seguendo le false voci di prima.

Non ci diamo noi la vita, ma abbiamo chi è venuto per questo: «Io sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza».

NUOVA VERSIONE - DISPOSIZIONI PER LE CELEBRAZIONI FUNEBRI -



Visita il sito della diocesi di Bergamo

sabato 2 maggio 2020

SABATO DELLA III SETTIMANA DI PASQUA

Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.


Le guarigioni che la prima lettura ci regala, quella di Enea e di Tabità ci sospingono verso una vita nuova, una nuova realtà: incominciare a vivere.

La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.

Come non essere riconoscenti al Dio della Vita, quando nuovamente ci rialza dalla caduta!
Non solo la riconoscenza, ma addirittura la fede: credere nel Signore. 
A noi discepoli del 2020 ci viene donata questa Parola su cui dovremmo fidarci, ma spesso vogliamo segni tangibili di risurrezione, dimenticando l'abbandono fiducioso in Lui.
In sostanza: credo perché ho visto, e niente più.
Credere però non è solamente vedere, ma è soprattutto affidarsi.
La Parola di Dio, come dicono i discepoli, alla volte è DURA, non si comprende e nemmeno si mette in pratica.
Pietro però, nel suo stile, parla col cuore:

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Sforziamoci di seguire il Risorto ogni giorno, perché le sue parole sono fondamento per la nostra vita. 

venerdì 1 maggio 2020

VENERDI DELLA III SETTIMANA DI PASQUA

Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».

Il passaggio che il libro degli Atti ci propone oggi è la conversione di Saulo sulla via di Damasco.
Capita  ed è capitato ad ognuno di noi di trovarci faccia a faccia con un "Anania" mandato dal Signore e ci abbia aiutato a riprendere la vista.
Anania fa parte di quella grande cerchia di fratelli e sorelle che il Signore mette sul nostro cammino, coloro che sono capaci, perché illuminati dal Signore nel farci riprendere il cammino di fede.
Il nostro credere, ogni giorno va purificato, pulito, rinnovato.

Iniziamo oggi un nuovo mese, il mese mariano. Chiediamo l'intercessione a Maria nostra madre e compagna di cammino che ci prenda per mano per condurci da suo Figlio.


Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu hai predetto che tutte le generazioni ti avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra queste generazioni c'è anche la nostra, che vuole cantarti la sua lode non solo per le cose grandi che il Signore ha fatto in te nel passato, ma anche per le meraviglie che egli continua a operare in te nel presente.
Fa' che possiamo sentirti vicina ai nostri problemi. Non come Signora che viene da lontano a sbrogliarceli con la potenza della sua grazia o con i soliti moduli stampati una volta per sempre. Ma come una che, gli stessi problemi, li vive anche lei sulla sua pelle, e ne conosce l'inedita drammaticità, e ne percepisce le sfumature del mutamento, e ne coglie l'alta quota di tribolazione.
Santa Maria, donna dei nostri giorni, liberaci dal pericolo di pensare che le esperienze spirituali vissute da te duemila anni fa siano improponibili oggi per noi, figli di una civiltà che, dopo essersi proclamata postmoderna, postindustriale e postnonsoché, si qualifica anche come postcristiana.
Facci comprendere che la modestia, l'umiltà, la purezza sono frutti di tutte le stagioni della storia, e che il volgere dei tempi non ha alterato la composizione chimica di certi valori quali la gratuità, l'obbedienza, la fiducia, la tenerezza, il perdono. Sono valori che tengono ancora e che non andranno mai in disuso. Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri a tutti l'edizione aggiornata di quelle grandi virtù umane che ti hanno resa grande agli occhi di Dio.
Santa Maria, donna dei nostri giorni, dandoti per nostra madre, Gesù ti ha costituita non solo conterranea, ma anche contemporanea di tutti. Prigioniera nello stesso frammento di spazio e di tempo. Nessuno, perciò, può addebitarti distanze generazionali, né gli è lecito sospettare che tu non sia in grado di capire i drammi della nostra epoca.
Mettiti, allora, accanto a noi, e ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane che assillano la nostra vita moderna: lo stipendio che non basta, la stanchezza da stress, l'incertezza del futuro, la paura di non farcela, la solitudine interiore, l'usura dei rapporti, l'instabilità degli affetti, l'educazione difficile dei figli, l'incomunicabilità perfino con le persone più care, la frammentazione assurda del tempo, il capogiro delle tentazioni, la tristezza delle cadute, la noia del peccato. ..
Facci sentire la tua rassicurante presenza, o coetanea dolcissima di tutti. E non ci sia mai un appello in cui risuoni il nostro nome, nel quale, sotto la stessa lettera alfabetica, non risuoni anche il tuo, e non ti si oda rispondere: «Presente!».
Come un' antica compagna di scuola.

don Tonino Bello

post recenti