Nasce in un tempo particolare un "diario in rete".

Tinkunakama, parola in lingua quechua che potrebbe avvicinarsi alle traduzioni: fino a quando ritorneremo ad incontrarci, oppure ancora: fino alla prossima volta.

Un saluto che non pone fine alla relazione, ad un incontro avvenuto, ma spalanca la speranza futura.

Ci rivedremo, per il momento ti porto nel cuore!

martedì 24 marzo 2020

MARTEDI DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA

Acqua! Acqua che da vita! Acqua nuova! Acqua, sorgente di Salvezza.
L' acqua, dono prezioso dell'umanità, lega e collega le letture della liturgia quotidiana.

«Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell'Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

Una piscina come ricovero per un gran numero di infermi, zoppi, ciechi e paralitici. L'essere immersi donava ristoro e guarigione. 
Una voce amica che chiede il desiderio più grande che porta nel cuore un malato: GUARIRE.
Il miracolo al paralitico, non è un premio di Gesù al malato di serie A nei riguardi del malato di serie B, anche perché tutti siamo uguali agli occhi di Dio, ma un gesto d'amore verso l'umanità sofferente ed emarginata.
Ma spesso, anche ai giorni nostri capita ancora,  quando si "pensa" di far qualcosa di buono, si rischia di essere visti e letti in maniera negativa soffermandosi sulle regole, o addirittura sulla legge del Sabato. Gesù oltrepassa leggi e regole umane, dona VITA NUOVA.
In questo tempo di prova, apriamo i nostri cuori all'incontro con la SALVEZZA, lasciando alle nostre spalle il passato, gli smacchi, i giudizi e pregiudizi, per gioire solamente del dono della vita.

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